Alessandro Bianchi e Emilia Genta, Istituto di Psicologia Funzionale di Firenze. www.psicologiatoscana.it
L’emergenza Covid-19 ha deprivato i bambini di esperienze relazionali e motorie. Sono 2 facce della stessa medaglia. È con il movimento che il bambino interagisce con l’ambiente ed apprende quelle regolazioni neuroendocrine che sosterranno nella vita le capacità relazionali a base di salute e benessere. La programmazione delle attività nei Nidi e nelle Scuole materne dovrà in quest’anno eccezionale 2020-2021 centrarsi da subito sul recupero delle gamme motorie nella loro valenza emozionale e relazionale.
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Il movimento plasma lo sviluppo del Sé
È nota la relazione tra motricità e funzioni cognitive; come l’acquisizione delle categorie spazio-temporali e causali (incluse quelle delle strutture linguistiche), la conoscenza dello schema corporeo; evidenti i rapporti con l’apprendimento.
Meno noto è il legame con la relazionalità, che le conoscenze neuroscientifiche oggi rilanciano con forza. Capacità umane essenziali, come contatto ed empatia, comprensione del punto di vista altrui, fiducia e collaborazione, tolleranza alle frustrazioni, assertività, sono tutte basate su network psico-neuro-endocrino-immunologici complessi, tarati nel corso dell’infanzia e divenuti dotazione stabile nella vita adulta. Tutti vedono il movimento come componente essenziale.
Come nella dieta mediterranea nessuno degli elementi è più importante; lo è invece l’equilibrio, la proporzione tra gli alimenti, la loro integrazione in ricette variabili.
Ciò ha ricadute importanti per famiglie e scuola dell’infanzia, perché nei primi anni di vita l’assetto psicobiologico è ancora molto plastico ed è possibile, e ancora semplice, intervenire su eventuali squilibri.
L’impatto traumatico dell’emergenza sanitaria Covid-19
L’emergenza ha impattato negativamente e in modo traumatico sulle modalità motorie interattive deprivandone alcune e amplificandone altre. Tutte inevitabilmente inquinate da ansia e timori. Il necessario perdurare delle normative sanitarie rischia di mantenere attiva l’esperienza traumatica. Concreto è il rischio di effetti negativi a lungo termine, della cui prevenzione la programmazione educativa e didattica nei servizi0-6 dovrà prendersi cura con adeguate attività di bilanciamento.
Le gamme dei movimenti
Consideriamo 4 gamme di movimenti fondamentali. Ognuna composta da 2 polarità, quindi 8 tipologie. Ognuna sottende funzionamenti psicobiologici diversi che corrispondono ad esigenze umane differenti, ma tutte indispensabili. Ognuna è frutto delle esperienze che i bambini hanno vissuto nel corso dell’infanzia.
1. MOVIMENTI VELOCI-LENTI ovvero interagire con l’ambiente e le relazioni nella velocità e nella lentezza
I Movimenti Veloci supportano la rapidità di esecuzione. Sono le corse, gli scatti, i giochi che mettono alla prova i riflessi, quelli che portano a fare movimenti pazzi, disarticolati e buffi. Utilizzano sia la visione periferica sia quella puntiforme. Supportano il sentirsi in grado di effettuare rapidamente un compito, giocoso o necessario, anche imprevisto e di poter passare velocemente ad un altro contesto. Implicano processi cognitivi rapidi, capacità di scelte e decisioni spesso pre-riflessive e l’attivazione di processi endocrini adeguati.
I Movimenti Lenti sono quelli della calma, necessari per assaporare le esperienze nel tempo necessario: quando il bambino si sistema in braccio all’adulto rilassandosi, si prepara al sonno, o compie giochi poco dinamici, come pettinare e cullare un pupazzo. Supportano modalità non concentrate di attenzione. La visione è meno focalizzata, l’attivazione neurovegetativa è di tipo prevalentemente vagale, il pensiero è meno concentrato e procede più per immagini.
Effetti negativi emergenza Covid-19. I limitati spazi domestici hanno sicuramente mortificato i movimenti veloci. In casa non si può correre, sperimentare la velocità di tutto il corpo sino in fondo, non c’è molto spazio prima del prossimo muro! l’eccesso di fruizione passiva di tecnologie digitali, amplificato durante l’isolamento, ha fatto poi il resto. Visioni di programmi, video giochi, comunicazioni virtuali, hanno incentivato in modo squilibrato l’uso veloce di parti limitate del corpo (occhi e mani in particolare). I movimenti lenti, se inquinati da un clima di ansia direttamente respirato in famiglia, si stemperano della caratteristica piacevolezza, facendoli divenire guardinghi, pervasi da allarme sottile.
2. MOVIMENTI MORBIDI – DURI ovvero interagire con l’ambiente e le relazioni nella morbidezza e nella durezza
I Movimenti morbidi sono quelli della delicatezza, anch’essi nella calma. Nella relazione sostengono la possibilità di interazioni tenere, legate al contatto nella sua valenza nutriente e rassicurante. Sia per ricevere che per intervenire attivamente nelle relazioni di vicinanza con noi stessi, con l’ambiente e con l’altro. Una carezza è un movimento morbido. I processi di vigilanza e controllo sono allentati, il tono muscolare più lieve, i vissuti emozionali di tranquillità. Morbidi sono anche i movimenti nell’abbandono e nella fiducia.
Il Movimenti duri sono invece più contrappositivi, sostengono la convinzione del poter dire di no, arginando e contrastando altre forze, senza farsene travolgere. Supportano l’assertività, il far valere una propria posizione su altre. Qui gli stereotipi di genere ancora colpiscono: spesso nei maschi la gamma è spostata sui movimenti duri, viceversa per le femmine.
Effetti negativi emergenza Covid-19. I movimenti morbidi, molto legati alla tenerezza e al contatto, per quanto presumibilmente non deprivati nell’isolamento domestico, sono carichi di timore nella relazione con esterni alla famiglia. Le regole del distanziamento sociale rischiano di rimanere come paura del contatto, che invece è base per la costruzione di legami positivi nel Nido e nella Scuola dell’infanzia.
I movimenti duri e contrappositivi sono stati invece deprivati dalla mancanza di occasioni relazionali per attuarli oltre a quelle interne alla famiglia, soprattutto con i pari (o monopolizzati dalle bizze).
Le due polarità, come tutte, sono connesse: se sono possibili movimenti morbidi di contatto, allora anche gli “scontri” saranno possibili senza strascichi di conflittualità e timori di rotture irreparabili.
3. MOVIMENTI LEGGERI-PESANTI ovvero interagire con l’ambiente e le relazioni nella leggerezza e nella pesantezza
I Movimenti leggeri permettono di inserirsi “sottovoce” nei contesti ambientali e relazionali, facendosene permeare e assaporarli senza doverli modificare. Il movimento leggero è spensierato; nella relazione è prerequisito al farsi portare dall’altro, abbandonandosi alla guida altrui. Possono essere sia ampi che piccoli, ma non rigidi.
I Movimenti pesanti all’altra polarità della gamma supportano la possibilità e volontà di lasciare una traccia nell’ambiente, di interagirvi modificandolo. Sono movimenti di visibilità e assertività, costitutivi del nucleo della propria forza, non tanto nella valenza contrappositiva quanto nella consistenza percepita che i venti della vita non faranno volare via come una foglia. Non è solo immagine di sé, ma sensazione concreta e reale, agita, visibile nella postura, nella voce, nel tono muscolare, nel pensiero, nell’emozione.
Effetti negativi emergenza Covid-19. I movimenti pesanti, della forza e dell’incisività sono quelli maggiormente deprivati. Devono poter essere anche rumorosi, cosa spesso disdicevole in ambito domestico, soprattutto in un clima di stress. Lo stress inquina però anche i movimenti leggeri, privandoli, come per i lenti, della rilassatezza piacevole.
4. MOVIMENTI AMPI-PICCOLI ovvero interagire con l’ambiente e le relazioni nell’ampiezza e nella piccolezza
I Movimenti Ampi permettono una interazione con lo spazio allargato, la possibilità di occuparlo maggiormente e prendervi possesso. Sono i movimenti “dell’andare oltre”. Il bambino li utilizza nei gesti grandi, nei salti, nelle corse e in molti giochi. Includono l’uso forte della voce, le grida e gli schiamazzi. Utilizzano maggiormente la visione periferica e del contesto, la possibilità di guardare lontano e in una visione d’insieme. Supportano senza soluzione di continuità la fiducia nella propria visibilità, l’assertività, il poter prendere possesso, senza ansia, anche di uno spazio relazionale nel quale produrre un effetto, lasciandovi un segno anche a distanza.
I Movimenti piccoli sostengono la capacità di focalizzarsi in modo concentrato, sui particolari. Utilizzano la manualità sottile e i movimenti oculari rapidi e focalizzati, mentre il contorno visivo, la visione periferica rimane in secondo piano. Sono utilizzati per i disegni piccoli e minuti, nei puzzle, nei giochi con le dita, nelle costruzioni, nei percorsi a slalom. I movimenti piccoli supporteranno la lettura e la scrittura e molteplici attività che richiederanno in tutta la vita attenzione e precisione.
Effetti negativi emergenza Covid-19. I movimenti grandi, così come quelli ampi e veloci, sono stati deprivati dall’isolamento domestico. Anch’essi comprendono un uso forte della voce, spesso limitato a casa. Per loro natura hanno bisogno di spazi aperti e orizzonti motivazionale ampi.
I movimenti piccoli, molto stimolati, hanno rischiato invece una ipertrofia, anche per l’uso delle tecnologie digitali e la predilezione di attività e giochi piccoli e concentrati.
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