- Si riparte dal trauma
Al netto delle precauzioni sanitarie, delle norme logistiche transitorie e fatti i debiti scongiuri le attività didattiche ed educative, quelle non più a distanza, stanno per ripartire.
Ma l’anno educativo sarà in discontinuità col precedente: tra marzo scorso e la ripartenza prossima c’è un evento catastrofico.
La quarantena non è stata un limbo indolore, ma una esperienza traumatica i cui effetti a breve e lungo termine sono tutti da valutare, sui piani affettivi e relazionali. Dobbiamo considerarli perché non torneremo alle routine precedenti.
I soggetti della ripartenza siamo tutti noi che il trauma abbiamo vissuto, familiari, educatori, bambini, esperti dell’età evolutiva (come il sottoscritto psicologo e molti dei frequentatori di questa piazza virtuale), ma la posta in gioco non è la stessa per tutti. Nella fascia tra 0 e 6 anni (Nido e Scuola dell’infanzia) si creano le basi psicobiologiche per la salute e il benessere futuro, e superare un trauma non è uno scherzo.
Abbiamo detto e ridetto che il virus non si affronta da soli. Così anche le sue conseguenze.
La ripartenza deve essere frutto di un confronto congiunto tra tutti i soggetti; per ripartire col piede giusto.
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